La casa farmaceutica AstraZeneca ha annunciato che ora l’azienda è impegnata nello sviluppo di un nuovo trattamento anti-Covid, definito “Nex-Gen vaccine“, ossia un vaccino di nuova generazione. In realtà si tratta di un siero che l’azienda sta sviluppando per tener fronte alle varianti del coronavirus che si stanno diffondendo nel mondo e che preoccupano notevolmente la comunità scientifica dato che, come sostenuto dal fondatore di Pfizer, potrebbero benissimo rendere inefficaci gli attuali vaccini.
E’ in arrivo un nuovo vaccino AstraZeneca?
Secondo alcune fonti, il nuovo vaccino sviluppato da AstraZeneca potrebbe essere disponibile già a partire dal prossimo autunno. Ieri, mercoledì 3 febbraio, infatti lo ha annunciato anche il team dell’Università di Oxford che ha sviluppato le prime dosi per AstraZeneca. Nel frattempo, però, gli altri produttori si stanno affannando nella ricerca di farmaci che possano contenere la diffusione delle varianti del Covid, poiché, come già affermato, queste potrebbero ridurre notevolmente l’efficacia dei trattamente attualmente autorizzati.
In realtà i vaccini attualmente in uso sembrano tener testa alle varianti note, ma trattandosi di un virus a RNA, soggetto a numerosissime mutazioni e in tempi relativamente brevi, non è del tutto errato giocare d’anticipo e preparare fin da subito “un’arma” che ci consenta di essere pronti nel caso in cui le cose dovessero cambiare in futuro.
Il professor Andrew Pollard, a capo del gruppo di ricercatori dell’Università di Oxford, la buona notizia è che “progettare un nuovo trattamento richiederà molto meno tempo perché essenzialmente si tratta solo di cambiare la sequenza genica […] o le varianti aggiornate”.
Inoltre il professore Pollard ha aggiunto che anche la produzione e i test di laboratorio potrebbero essere effettuati in tempi brevi perché non sarà necessario testare il prodotto su larga scala, come nel caso del primo vaccino, e gli impianti di produzione lavoreranno già a pieno regime.
I vaccini attuali sono efficaci contro le varianti del Covid-19?
Che i virus siano particolarmente soggetti a mutazione è un fatto che tutti già ampiamente dimostrato a livello scientifico. Proprio per questo motivo, infatti, i ricercatori di tutto il mondo cercano di tenere sotto controllo e di monitorare qualsiasi fattore che possa influenzare il comportamento virale del Coronavirus, e quindi indurlo a mutare.
Le varianti isolate nel Regno Unito, in Sud Africa e in Brasile sembrano essere molto più contagiose, forse anche più mortali e in grado di eludere facilmente le difese che i vaccini attuali riescono a offrire. I produttori di vaccini continuano a sostenere che il calo di efficacia che questo comporta sia minimo, ma nonostante tutto non può essere definito insignificante.
Ad oggi sappiamo che i vaccini prodotti da Pfizer, Moderna, Johnson&Johnson e Novavax sembrano essere meno efficaci contro la variante isolata in Sud Africa, ma nonostante ciò forniscono una protezione abbastanza elevata contro lo sviluppo delle forme più gravi della malattia causata dall’infezione da Covid-19.
Moderna, inoltre, sta lavorando su ulteriori dosi, che verranno utilizzate per il richiamo dei pazienti che hanno già ricevuto la prima (il vaccino prevede doppia somministrazione), tenendo anche conto del nuovo ceppo sudafricano.
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