Secondo gli ultimi aggiornamenti molto presto potrebbe essere pronto un nuovo vaccino contro il coronavirus. Negli ultimi giorni è infatti cresciuto l’ottimismo attorno al farmaco sviluppato da Johnson&Johnson che entro la fine di questo mese dovrebbe fornire i dati raccolti in merito alla sperimentazione effettuata su 45mila volontari.
Nel caso in cui gli esiti dovessero confermare l’efficacia del siero e questo venisse approvato dall’americana Fda (Food and Drugs Administration) entro febbraio, l’azienda del New Jersey ha fatto sapere che potrebbe avviare i processi di produzione, consentendo così la distribuzione di circa 1 miliardo di dosi, prevista entro la fine del 2021.
Ciò comporterebbe un vero e proprio punto di svolta nel piano vaccinale mondiale, perdipiù nel momento peggiore della crisi pandemica a livello internazionale, poiché, a differenza degli altri due vaccini già approvati fino ad ora, il siero di Johnson&Johnson prevede una sola iniezione per garantire la piena immunità al virus, quindi non ci sarebbe bisogno di alcun richiamo.
In arrivo il nuovo vaccino
I vaccini sviluppati da Pfizer-BioNTech e da AstraZeneca-Oxford (seppure questo sia ancora in dirittura d’arrivo) infatti prevedono una doppia somministrazione per raggiungere un’efficacia del 95% e ciò comporta il rischio di dover aspettare lunghi periodi prima del raggiungimento dell’immunità di gregge. Situazione questa dovuta anche alle forniture per il momento limitate.
La possibilità di fornire a un cittadino la piena immunizzazione in un colpo solo consentirebbe di accelerare notevolmente il processo di contenimento del virus, consentendo anche di far uscire l’intera popolazione mondiale dall’incubo che sta vivendo da circa un anno.
Così come il vaccino prodotto da AstraZeneca in collaborazione con l’Università di Oxford, quello prodotto da Johnson&Johnson si basa sull’utilizzo di vettori adenovirali per sintetizzare la proteina Spike, responsabile del legame tra il virus e le cellule dell’organismo, così da “preparare” il sistema immunitario a rispondere in maniera efficiente in caso di infezione.
Si tratta quindi di un approccio diverso rispetto a quello utilizzato da Pfizer e BioNTech, il cui vaccino utilizza invece l’mRNA. Secondo gli esperti è proprio questa differenza a permettere una maggiore facilità di produzione.
Il nuovo vaccino sarà decisivo nella lotta al Covid?
Ora quindi si attende l’arrivo del prodotto sviluppato da Janssen Pharmaceutica, divisione belga di Johnson& Johnson. La casa farmaceutica poi si è anche impegnata a distribuire il vaccino senza scopo di lucro, stipulando accordi che garantiscono ampie forniture a vari Paesi e aree economiche.
L’accordo stretto con l’Unione Europea prevede una vendita massima di 400 milion di dosi. Con il Regno Unito invece è stata concordata una fornitura iniziale di 30 milioni, con la possibilità di aggiungere in seguito altri 22 milioni.
Anche con gli Stati Uniti è stato firmato un accordo simile, che prevede però una fornitura iniziale di 100 milioni, con l’opzione aggiuntiva di altri 200 milioni di dosi. Inoltre circa 500 milioni di dosi del vaccino di Johnson&Johnson verranno erogate all’organizzazione mondiale “Gavi Alliance“.
L’ex Alleanza Mondiale per Vaccini e Immunizzazone sarà poi responsabile della corretta distribuzione di queste dosi ai Paesi più poveri, che rispetto a quelli più ricchi, i quali hanno già pre-ordinato un numero di dosi superiore a quello del bisogno efettivo della popolazione, impiegheranno sicuramente molto più tempo a riprendersi del tutto.
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