Lo scienziato Moncef Slaoui, uno dei principali medici dell’operazione “Warp Speed” con lo scopo di vaccinare tutta la popolazione americana, ha affermato alla CNN che “il vaccino contro il coronavirus prodotto da Pfizer-BioNTech sta causando più reazioni allergiche del previsto“.
Così Moncef Slaoui, grande ricercatore di origini tunisine e a capo della task force “Warp Speed” voluta dal presidente Donald Trump per la produzione del vaccino, ha rivelato che il numero di reazioni allergiche registrate per questo vaccino è superiore rispetto a quello registrato per altri vaccini.
“Quella frequenza di risposte allergiche è superiore a quello che ci si aspetterebbe con altri vaccini”. A riportarlo è l’inglese “The Sun“, che sottolinea come all’inizio della scorsa settimana negli USA sette persone già soggette ad allergie abbiamo manifestato dei sintomi, in alcuni casi leggeri ma in altri anche gravi, a seguito della somministrazione del vaccino anti Covid-19.
Attualmente i dati dimostrano che negli Stati Uniti sono già state effettuate circa un milione di vaccinazioni in piena sicurezza, mentre nel Regno Unito, tra le 600.000 persone che hanno già ricevuto le prime dosi, solo due hanno manifestato delle reazioni avverse.
Moncef Slaoui ha poi spiegato che vi sono stati dei colloqui tra il National Institutes of Health e le case produttrici dei vaccini per stabilire se fosse o meno il caso di avviare degli studi specifici sui cittadini che presentano diverse allergie.
Alkis Togias, il capo dell’istituto “Allergy, Asthma and Airway Biology Branch” ha riferito alla CNBC che sarà lui stesso a guidare lo studio nel quale saranno coinvolte diverse centinaia di persone. La ricerca dovrebbe iniziare già nelle prossime settimane, ma per il momento non è stata ancora annunciata nessuna data ipotetica.
Togias ha poi espresso quelle che sono le preoccupazioni di buona parte dei ricercatori: “Ci preoccupa l’idea che chi è allergico a diverse cose, ora possa aver paura di sottoporsi al vaccino. Non vogliamo che ciò accada, per questo cercheremo un modo per vaccinarli”.
Per quanto riguarda la ricerca che avrà inizio nelle prossime settimane, invece, Slaoui ha affermato: “abbiamo pianificato uno studio su individui altamente allergici per testare i vaccini di Moderna e Pfizer e cercare di comprendere i meccanismi immunitari che stanno alla base di queste reazioni”.
Il tabloid inglese “The Sun” ha poi ricordato che lo scorso mercoledì il Dipartimento della salute dello Stato dell’Alabama ha comunicato che alcuni dei cittadini che hanno ricevuto il vaccino della Pfizer-BioNTech hanno manifestato una grave reazione allergica già pochi minuti dopo la somministrazione, ma si sono ripresi in brevissimo tempo.
In Illinois, invece, le vaccinazioni sugli operatori sanitari sono state subito sospese dopo che ben 4 dipendenti hanno menifestato anch’essi delle gravi reazioni avverse. Anche in Alaska, la scorsa settimana, un’operatrice sanitaria si è sentita male dopo appena 10 minuti dalla somministrazione, ed ha riportato un gonfiore della lingua, voce rauca e difficoltà respiratorie, tutti sintomi attribuibili quindi ad una “probabile reazione anafilattica“.
Nel frattempo la Pfizer ha comunicato che fornirà agli Stati Uniti altri 100 milioni aggiuntivi delle dosi del suo vaccino a seguito di un altro accordo stretto con l’amministrazione Trump. Tuttavia, grazie anche all’intervento di BioNTech, l’impegno totale potrà essere portato a 200 milioni di dosi, con un’opzione agiuntiva di altri 400 milioni. La speranza collettiva è quella che ogni americano che lo desideri possa vaccinarsi entro giugno 2021.
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