I “big” dell’energia hanno deciso di far fronte comune per affrontare al meglio la sfida della decarbonizzazione e imprimere un’accelerata al passaggio verso l’idrogeno, una fonte di energia pulita che si stima possa essere utilizzata dall’Italia per far crescere la propria economia, sia in termini di occupazione sia in termini di Pil.
Eni e Snam, assieme a Cassa Depositi e Prestiti, hanno infatti firmato un accordo che prevede una collaborazione strategica tra le parti. Secondo il documento, le tre aziende potranno realizzare congiuntamente dei progetti integrati in settori considerati chiave per effettuare la transizione energetica, come la mobilità sostenibile, la filiera dell’idrogeno e dell’economia circolare, tra cui l’utilizzo di biometano.
Fabrizio Palermo, amministratore delegato di CDP, ha affermato: “questa intesa si inserisce pienamente nel percorso previsto dal Piano industriale di CDP a sostegno degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, contribuendo al contrasto dei cambiamenti climatici e alla realizzazione di un modello di crescita sempre più orientato verso la sostenibilità“.
Idrogeno verde anche per industria e trasporti ferroviari
Firmando questo accordo, le tre società si sono impegnate a collaborare per ideare delle nuove strategie per la produzione, il trasporto e la commercializzazione dell’idrogeno verde. La cooperazione poi riguarderà anche la produzione e l’utilizzo di idrogeno verde anche nel settore dei trasporti ferroviari, basandosi principalmente sulle conoscenze di Eni nell’ambito dell’energia elettrica e da fonti rinnovabili, e sulle competenze di Snam nell’ambito di infrastrutture ed elettrolizzatori, dello stoccaggio e di soluzioni logistiche.
Marco Alverà, l’amministratore delegato di Snam, ha aggiunto: “l’alleanza strategica avviata oggi da due società leader nei rispettivi settori e dalle competenze complementari, con il supporto e il know-how di CDP, è una tappa essenziale per abilitare la transizione energetica lungo tutta la catena del valore, in particolare per favorire lo sviluppo dell’idrogeno verde nella mobilità e nell’industria, contribuendo a creare una filiera nazionale e nuove opportunità di sviluppo e occupazione nel nostro Paese“.
Inoltre l’accordo prevede anche la realizzazione di stazioni di rifornimento multifunzione a Lng (gas naturale liquefatto), Cng (gas naturale compresso) e idrogeno, ed anche la realizzazione di infrastrutture che garantiscano l’approvvigionamento di Lng su tutto il territorio nazionale per i trasporti sia terrestri che marittimi.
La decarbonizzazione delle raffinerie
L’accordo quindi presenta diversi obiettivi, ma uno dei più ambiziosi riguarda la decarbonizzazione di settori industriali come le raffinerie attraverso due metodiche: sia attraverso lo sviluppo delle potenzialità del CCS (Carbon Capture and Storage) per promuovere la produzione di idrogeno blu durante la fase di transizione, sia, successivamente, attraverso l’utilizzo dell’idrogeno verde.
Ed è proprio a questo proposito che Eni e Snam uniranno le loro conoscenze e competenze per poter sviluppare delle infrastrutture che consentano lo stoccaggio e il trasporto dell’idrogeno o della CO2.
Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, ha affermato: “metteremo a fattor comune le nostre rispettive esperienze, risorse e tecnologie innovative per creare importanti sinergie in quegli ambiti della transizione energetica che rappresentano il futuro, come la cattura e lo stoccaggio della CO2, la filiera dell’idrogeno (verde e blu), le rinnovabili e i prodotti decarbonizzati per la mobilità sostenibile”.
Descalzi ha poi concluso dicendo: “l’Italia vanta importanti competenze economiche e industriali in grado di offrire al Paese una pluralità di soluzioni fondamentali per vincere questa grande sfida della decarbonizzazione”.
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