La giornata di ieri, 8 dicembre, è stata una delle più importanti per il Regno Unito perché nel Paese ha avuto inizio la campagna di vacinazione della popolazione contro il Covid-19. Il siero utilizzato è quello prodotto dalla statunitense Pfizer, in collaborazione con la tedesca BioNTech, e la cui efficacia si è dimostrato essere superiore al 90%.
Oggi, tuttavia, sono già in arrivo le prime raccomandazioni da parte dell’Mhra (Medicines and Healthcare products Regulatory Agency), ossia l’ente regolatore britannico, che ha raccomandato di non sottoporre a vaccinazione chiunque abbia alle spalle una storia di “significative reazioni allergiche”.
L’annuncio è arrivato non appena è stato scoperto che due tra le centinaia di persone già vaccinate in questi due giorni hanno manifestato delle severe reazioni allergiche in seguito alla somministrazione della prima dose. Va inoltre ricordato che il Regno Unito è il primo Paese occidentale ad aver già iniziato la campagna di vaccinazione in seguito all’autorizzazione ricevuta da parte della stessa Mhra nei giorni scorsi.
Il servizio sanitario nazionale britannico ha sottolineato che tutti gli ospedali coinvolti nel programma vaccinale appena iniziato sono già stati informati delle raccomandazioni fatte dall’Mhra per evitare la somministrazione del vaccino a chi in passato ha già manifestato serie reazioni allergiche.
Il professor Stephen Powis, direttore medico dell’Nhs in Inghilterra, ha riferito che si tratta di procedure standard e che “è comune che la Mhra suggerisca cautele in caso di nuovi vaccini per le persone con una storia significativa di allergie”.
Powis ha poi aggiunto che i due soggetti che hanno manifestato queste serie reazioni allergiche in realtà non sono in gravi condizioni e che si stanno già riprendendo. Si tratta di due operatori sanitari di circa 40 anni di case di cura e ricovero, che quindi rientrano nelle categorie che per prime ricevono il vaccino per via dell’elevato rischio di contagio, assieme a over 80 e personale medico.
Cosa ne pensa l’Ema
Emer Cooke, direttrice dell’Ema, durante un’intervista a Repubblica e ad altri giornali inernazionali ha riferito: “non voglio pregiudicare il lavoro dei nostri esperti sui vaccini di Pfizer e BioNTech, ma posso anticipare che la visione preliminare dei dati che abbiamo ricevuto il primo dicembre è positiva per quanto riguarda efficacia e sicurezza”.
In seguito la direttrice ha aggiunto di voler aspettare ancora qualche tempo prima di esprimere dei pareri, e in particolare: “probabilmente ci esprimeremo il 29 dicembre per Pfizer e il 12 gennaio per Moderna“.
“Dobbiamo ancora controllare la qualità della catena di produzione e la capacità delle aziende di preparare il rimedio su larga scala. Su questi aspetti i nostri esperti hanno domandato informazioni addizionali, così come abbiamo chiesto ulteriori dettagli sulla sicurezza. E’ uno scambio di informazioni costante, che svolgiamo su base giornaliera” ha aggiunto Cooke.
In seguito Emer Cooke ha anche spiegato che il processo di autorizzazione europeo è indipendente, quindi l’agenzia non sta subendo alcuna pressione politica. Anzi, come sottolinea lei stessa, “la pressione semmai è scientifica perché vogliamo essere certi di fare il meglio per i cittadini“.
Per quanto riguarda invece le possibili razioni avverse dovute alla somministrazione, l’agenzia rassicura dicendo che saranno predisposte delle misure stringenti di monitoraggio su tutta la popolazione, inclusi gli anziani. Secondo quanto riferito, infatti, i produttori dovranno fare rapporto all’agenzia su qualsiasi evento negativo che si verifichi e ogni mese dovranno fornire tutti i dati riguardanti l’andamento delle vaccinazioni. Solo così si potrà sapere se eventuali casi saranno legati alla vaccinazione oppure ad eventi particolari isolati.
Sul capitolo della distribuzione, invece, Cooke afferma: “chi dovrà ricevere per primo il vaccino è una decisione che spetta alle autorità nazionali. Ma dobbiamo dire subito che il vaccino non è una bacchetta magica, la popolazione dovrà continuare a seguire tutte le restrizioni come mascherina, igiene e distanziamento perché all’inizio non ci saranno dosi per tutti e anche dopo, ancora per un certo periodo, fino a quando l’impatto del vaccino non sarà del tutto chiaro”.
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