Ora che Pfizer Inc e BioNTech, così come Moderna Inc, hanno annunciato che il loro vaccino sperimentale ha superato i test dimostrando un’efficacia superiore al 90%, è il caso di rivedere tutti i dettagli non solo di questi due vaccini che hanno tanto entusiasmato i mercati, ma anche di tutti gli altri candidati i cui risultati (già promettenti) sono attesi nelle prossime settimane.
Pfizer & BioNTech
La casa farmaceutica statunitense Pfizer e l’azienda tedesca di biotecnologie BioNTech la scorsa settimana hanno affermato che il loro candidato vaccino ha dimostrato un’efficacia del 95% nelle analisi preliminari: si tratta di un farmaco che prevede una doppia somministrazione a distanza di 21 giorni l’una dall’altra.
Nonostante la sua elevata efficacia, però, il vaccino prodotto da Pfizer e BioNTech presenta un grande svantaggio relativo al processo di conservazione. Per mantenere la sua efficacia, infatti, ogni campione deve essere mantenuto a una temperatura costante di -70° Celsius, ed è quindi chiaro che questo richiede delle attrezzature speciali per il trasporto e lo stoccaggio. Inoltre ciò rende molto difficile la distribuzione in alcuni Paesi.
Le due aziende hanno in programma di caricare delle piccole scatole, delle dimensioni di una valigia, su circa 20 camion al giorno e facendoli partire dai siti di Kalamazoo, Michigan e Puurs (Belgio). Questo metodo consentirebbe quindi il transito giornaliero di circa 7,6 milioni di dosi verso gli aeroporti vicini.
Pfizer e BioNTech hanno stretto accordi con diversi Paesi di tutto il mondo. L’Europa però resta la prima per numero di dosi ordinate, con 300 milioni di dosi confermate già l’11 novembre. Il Giappone ha invece accettato di acquistarne 120 milioni, mentre gli Stati Uniti “solo” 100 milioni. Regno Unito, Canada, Australia e Cile hanno invece richiesto 10 milioni di dosi del vaccino.
Ecco quindi quali sono le caratteristiche del vaccino di Pfizer e BioNTech:
- efficacia dimostrata del 95%;
- richiede una doppia somministrazione a distanza di 21 giorni l’una dall’altra;
- lo svantaggio principale riguarda il metodo di conservazione: è richiesta una temperature costante di -70°C;
- attualmente il prezzo stimato si aggira attorno ai 20 dollari.
Moderna
Lo scorso lunedi, l’azienda americana Moderna ha dichiarato che i test condotti sul suo candidato vaccino hanno dimostrato un’efficacia del 94,5%, molto vicina quindi al dato di Pfizer e BioNTech. Anche questo farmaco richiede una doppia somministrazione, a distanza però di quattro settimane l’una dall’altra.
Secondo le ultime dichiarazioni della casa farmaceutica americana, il vaccino può essere conservato in un normale frigorifero domestico o medico per un massimo di 30 giorni, e questo rappresenta quindi un enorme vantaggio rispetto al campione prodotto da Pfizer. Inoltre, se conservato a una temperature leggermente inferiore, pari a 4°C, il vaccino può addirittura mantenere la sua efficacia per 6 mesi.
Tuttavia, il vaccino sembra essere più costoso rispetto a quello di Pfizer, con un prezzo che oscilla tra i 32 e i 37 dollari rispetto ai 20 dollari dalla “rivale”.
Secondo le stime di Moderna, 20 milioni di dosi dovrebbero già essere pronte per la distribuzione negli Stati Uniti entro fine anno, ed è sulla buona strada per produrre tra 500 milioni e 1 miliardo di dosi da inviare in tutto il resto del mondo entro il 2021.
Inoltre, secondo i dati raccolti dai ricercatori del Global Health Innovation Centre della Duke University, Moderna si è già impegnata a fornire prontamente 100 milioni di dosi agli Stati Uniti. Il Canada ne ha invece prenotate 56 milioni, il Regno Unito 50 milioni e la Svizzera 4,5 milioni.
Ecco le caratteristiche del candidato vaccino prodotto da Moderna:
- presenta un’efficacia dimostrata del 94,5%;
- il farmaco prevede una doppia somministrazione a distanza di 4 settimane l’una dall’altra;
- la conservazione non richiede attrezzature speciali, ma sono sufficienti normali frigoriferi domestici o medici;
- il prezzo stimato oscilla tra i 32 e i 37 dollari.
AstraZeneca e Oxford
Il colosso farmaceutico britannico AstraZeneca sta producendo il suo candidato vaccino per combattere il Covid-19 in collaborazione con l’Università di Oxford. I risultati raccolti sugli esiti delle fasi finali di sperimentazione dovrebbero essere disponibili già entro la fine di quest’anno.
Già verso la fine dello scorso mese, AstraZeneca annunciava che alcune analisi condotte evidenziavano come il suo vaccino fosse in grado di generare una risposta immunitaria simile in giovani e anziani, e che anzi le reazioni avverse nei pazienti anziani erano anche più basse.
All’inizio di questo mese, invece, l’azienda ha affermato che il suo vaccino viene tenuto congelato in dei grandi contenitori. Inoltre ci si aspetta che i ricercatori aggiungano un ulteriore ingrediente alle loro fiale, in modo da consentire la conservazione delle dosi anche in dei normali frigoriferi. Reuters fa anche sapere che il farmaco è sempre più vicino all’approvazione regolamentare.
Anche AstraZeneca ha raggiunto importanti accordi con diversi Paesi del mondo, infatti gli Stati Uniti e l’India hanno già prenotato una fornitura di 50 milioni di dosi ciascuna, l’Ue ha raggiunto un accordo per l’acquisto di 400 milioni di dosi, e lo stabilimento Covax ne ha invece ordinate 300 milioni.
Anche il candidato vaccino di AstraZeneca prevede una doppia somministrazione e il prezzo di ciascuna di queste è molto basso e si aggira attorno ai 3-4 dollari.
Medici senza Frontiere ha affermato che AstraZeneca non ha approfittato del vaccino che sta sviluppando, in collaborazione con l’Università di Oxford, durante la pandemia, e che la casa farmaceutica aumenterà lievemente i prezzi solamente intorno a luglio del prossimo anno.
Ecco le caratteristiche del vaccino prodotto da Astrazeneca:
- il farmaco richiede una doppia somministrazione;
- si stima che potrà essere conservato in un normale frigorifero;
- il prezzo va dai 3 ai 4 dollari.
Johnson & Johnson
Per il momento il vaccino prodotto da Johnson & Johnson è l’unico monodose ed utilizza una tecnologia avanzata basata sullo sviluppo e la produzione di vettori adenovirali (detti anche portatori di geni).
All’inizio di settembre l’azienda ha iniziato uno studio clinico che prevede una singola somministrazione del vaccino, ma in seguito ha anche firmato un accordo con il Regno Unito per portare avanti un’analisi separata che prevede invece una doppia somministrazione del campione.
Secondo alcune fonti, la Johnson & Johnson sta portando avanti questo doppio studio perché, qualora l’analisi che prevede una sola somministrazione della dose dovesse dare esiti positivi, la stessa casa farmaceutica otterrebbe un enorme vantaggio rispetto alle “rivali”, semplificando la distribuzione di milioni e milioni di dosi.
Anche il farmaco prodotto dalla J&J richiede una refrigerazione di base e si pensa che ogni dose possa arrivare a costare circa 10 dollari.
L’Unione Europea ha ordinato 200 milioni di dosi di questo canidato vaccino, mentre gli Stati Uniti ne ha richiesti 100 milioni, il Canada 38 milioni e il Regno Unito 30 milioni.
Ecco infine le caratteristiche del vaccino prodotto da Johnson & Johnson:
- è un vaccino monodose, ma l’azienda sta portando avanti anche uno studio che prevede una doppia somministrazione;
- per la conservazione è richiesto solo un normale frigorifero;
- il prezzo stimato è di 10 dollari.
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