E’ ormai noto che tra energia e cambiamento climatico vi è un forte e preoccupante legame dato che proprio l’enorme utilizzo di fonti fossili sta aggravando sempre di più il fenomeno dell’inquinamento e del surriscaldamento del Pianeta.
Si tratta quindi di un duplice attacco: sia all’equilibrio della biosfera che al benessere sociale. Per questo motivo le crisi legata alla pandemia da Coronavirus può e deve essere vista come un’opportunità per riprendere in mano la situazione, pianificare una nuova strategia incentrata principalmente sulla produzione di energia pulita, che non intacchi la Terra, puntando anche al rilancio dell’occupazione a basso impatto ambientale.
Molte associazioni lavorano su questo fronte nel tentativo di influenzare da un lato le istituzioni e convincerle ad adottare politiche per la riduzione delle emissioni di CO2, e dall’altro l’opinione pubblica a limitare gli sprechi.
Il Dipartimento di economia e management dell’Università di Pisa coordinato dal professore Simone D’Alessandro, in colaborazone con il Movimento per la decrescita felice, ha stilato il “2Mete, Modello di macroeconomia ecologica per la transizione energetica”, il quale può essere scaricato dal sito decrescitafelice.it.
Il coordinatore del 2Mete è Luigi Giorgio, il quale lo ha redatto con il supporto di Francesco Marghella, consulente energetico ministeriale, e di Bill Mebane, ex direttore dell’Enea.
Luigi Giorgio ha affermato: “Per raggiungere gli obiettivi di riduzione della CO2 al 2050 le politiche energetiche non sono sufficienti. La transizione verso una società sostenibile e più equa è possibile solo con un netto cambio degli stili di vita e con una significativa riduzione dei consumi”.
E’ chiaro, quindi, quanto sia necessaria una riprogrammazione del sistema energetico, incentrata sulla valorizzazione dell’energia prodotta a partire da fonti rinnovabili, non esauribili, come ad esempio la luce solare, le onde, la pioggia, il vento o il calore della terra.
Le energie che primeggiano attualmente sono invece quelle che derivano da fonti non rinnovabili, quali carbone, petrolio, gas naturale o da riserve limitate, come ad esempio l’isotopo 235 dell’uranio che viene utilizzto per la produzione di energia nucleare.
Tra le fonti di energia rinnovabile più sostenibile vi sono:
- l’energia idroelettrica, che rappresenta anche la fonte più antica, utilizzata già dagli antichi greci per la lavorazione dei cereali;
- l’energia geotermica, generata da fonti geologiche di calore;
- l’energia oceanica, che deriva dalla forza sviluppata dalle correnti marine;
- l’energia osmotica, o a gradiente salino, che è ottenuta dalla differenza nella concentrazione salina fra l’acqua di mare e l’acqua dolce, ad esempio alla foce di un fiume;
- l’energia talassotermica, che sfrutta invece la differenza di temperatura tra la superficie marina e le profondità oceaniche;
- l’energia delle maree e del moto ondoso;
- le agroenergie, che indicano la capacità energetica che si può ricavare attraverso diversi processi agricoli come produzione di biocarburante;
- l’energia eolica;
- l’energia solare.
Occasioni date dagli Ecobonus
Secondo l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, le rinnovabili possono compensare sono un terzo della capacità energetica necessaria al consumo. Nonostante ciò la loro implementazione è essenziale sia per il clima che per il portafoglio dei cittadini, anche se non tutti hanno i budget necessari.
Per ovviare a questo problema, grazie all’entrata in vigore del Decreto Rilancio, è arrivato anche il Super Ecobonus che prevede il 110% per gli interventi di risparmio energetico nelle ristrutturazioni domestiche e di riqualifica energetica.
Ciò si traduce in una detrazione fiscale dalle tasse per i 5 anni successivi, la quale è valida per un periodo di 18 mesi, che va dal primo luglio 2020 al 31 dicembre 2021. Inoltre è previsto un 10% in più di rientro rispetto ai costi sostenuti per la realizzazione dei lavori.
Nello stesso decreto si fa riferimento anche al Sisma Bonus, ossia le detrazioni fiscali per la riduzione del rischio sismico.
Al fine di non commettere errori, è essenziale affidarsi a un esperto che sappia consigliare il proprietario dell’abitazione e aiutarlo nel trovare la soluzione migliore in relazione anche alle esigenze domestiche.
Inoltre è consigliabile non fare mai affidamento su contratti fatti a voce, ma richiedere sempre un contratto scritto, che riporti sia prezzi fissi che variabili che potrebbero emergere durante i lavori. Il pagamento poi deve essere sempre tracciabile, mai effettuato utilizzando contanti.
L’Ecobonus rappresenta in sostanza una grossa opportunità anche per gli operatori del settore, infatti si stima che i lavori aggiuntivi richiesti grazie a questo bonus, possano arrivare a valere circa 6 miliardi di euro, generando così un effetto sull’economia da 2 miliardi.
L’obiettivo è quindi quello di far ripartire l’economia tramite le rinnovabili. L’unico modo per farlo è semplificare, “sburocratizzare” e far ripartire appunto il sistema ma in chiave green, ed in estrema sintesi è proprio quello a cui punta EcoFuturo, un gruppo di esperti sulle tematiche energetiche che, partendo dalle sperimentazione iniziate decine di anni fa nel centro di Alcatraz, fondato da Jacopo Fo, porta avanti il dibattito in Italia.
Michele Dotti, direttore dell’EcoFuturo Magazine e autore di “Sbagliando non s’impara”, ha affermato: “Stiamo assistendo al passaggio da una società piramidale come quella impostata sule energie fossili, a una basata sulla rete e sullo scambio delle cose“, definita Sharing Economy.
“Questo sta accadendo anche nel campo delle energie, con il passaggio alla rete attraverso la comunità energetica che immette orizzontalmente l’energia senza prelevare da un distributore centrale, abbattendo così sprechi e costi. Si tratta di uno scatto epocale, così com’è successo in passato: i grandi salti storici sono stati infatti sempre legati a cambi di produzione e fruizione di energia”.
Il direttore ha però aggiunto che per raggiungere certi obiettivi, “serve un cambiamento dal basso, nelle persone, correlato a un appoggio delle istituzioni per la semplificazione burocratica per non sprecare questa occasione”.
Il Milleproroghe 2020 apre le porte agli impianti condivisi grazie anche alla legge sulle Comunità energetiche che il gruppo coordinato da Fabio Roggiolani, di EcoFuturo, ha proposto in seguito alla raccolta di 35mila firme sulla piattaforma Change.org.
Grazie alla nuova legge viene istituita una nuova figura, quella del “Prosumer“, che Roggiolani spiega in questo modo: “un consumatore di energia potrà non solo autoprodurre per il proprio consumo, ma anche vendere l’energia che non utilizza ad altri, sia famiglie che aziende, che risiedono negli immediati dintorni”.
Dato che è possibile produrre circa 200 kilowatt elettrici di potenza (i quali producono 250mila kwh), con questo piano sarà possibile rifornire circa 70 famiglie.
In sostanza, famiglie, condomini e imprese potranno produrre energia da consumare collettivamente.
Quali energie rinnovabili scegliere?
Un buon criterio sarebbe quello di scegliere la fonte energetica rinnovabile seguendo le proprie esigenze ma anche e soprattutto le caratteristiche del territorio.
Nel caso di un’abitazione privata, la scelta più conveniente in termini di rientro economico nel medio termine è sicuramente l’installazione di un impianto fotovoltaico.
Gli impianti possono essere di due tipi: a isola, detti anche stand-alone poiché non sono connessi a una rete di distribuzione, e grid-connected, collegati invece a una rete di distribuzione commerciale.
Un’altra alternativa poi è data dal solare termico e il termodinamico, che servono per produrre anche acqua calda.
Perché questo risulti un investimento ottimale e sostenibile, la casa deve godere dell’esposizione alla luce solare per parecchie ore. Se infatti l’abitazione si trova in una zona poco soleggiata ma abbastanza ventilata, l’alternativa migliore è quella di installare un impianto eolico.
L’eolico ha fornito numerosi vantaggi nel territorio italiano, andando dall’impiego di 15mila addetti al settore, alla riduzione dell’inquinamento da fonti fossili.
Ciò è dimostrato da alcuni dati raccolti nel 2019, i quali dimostrano che attraverso questi impianti si è arrivati a produrre il fabbisogno di circa 20 milioni di persone, con un totale di 12 milioni di tonnellate di CO2 in meno emesse, e di 25 milioni di barili di petrolio.
Il piccolo eolico, detto anche mini-eolico, è un po’ più costoso del fotovoltaico e prevede l’installazione di aerogeneratori in grado di convertire l’energia eolica in energia elettrica. Per gli impianti a uso domestico è sufficiente un piccolo eolico da 1kw, mentre nel caso di un’azienda occorrono microturbine da 3 o 5kw.
Un’altra alternativa è offerta dal mini-eolico portatile, in grado di produrre energia per strutture temporanee o mobili, come camper, cucine da eventi o ospedali da campo.
La geotermia può essere invece applicata ovunque. Nonostante ciò è poco nota e viene utilizzata principalmente in ambito residenziale nel Nord Europa e negli Stati Uniti.
Questo tipo di energia rappresenta una fonte naturale e rinnovabile che sfrutta il calore fornito dal sottosuolo. Tramite l’installazione di un solo impianto infatti è possibile eliminare caldaie e condizionatori, infatti oltre alla produzione di acqua calda per il periodo invernale, è possibile anche produrre quella fredda per rinfrescare gli ambienti nei mesi più caldi.
Secondo Tessa Gelisio e Marco Gisotti, autori di “100 green jobs per trovare lavoro”, “i green jobs hanno superato nel 2018 i 3 milioni di addetti, il 13,4% dell’occupazione, mentre nel 2019 il numero di contratti di lavoro a nuovi green jobs è stato di 521.747“.
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