In Cina una parte della popolazione è già stata vaccinata contro il Covid-19, accelerando così il normale iter di sperimentazione di un farmaco.
Sul New York Times si legge infatti che i primi a ricevere le dosi sono stati i lavoratori di aziende controllate dallo Stato. In seguito è toccato anche ai membri del governo e ai dipendenti delle stesse case farmaceutiche che hanno prodotto il vaccino.
Presto arriverà il turno di insegnanti, personale che lavora nei supermercati e persone che viaggiano in aree rischiose.
Il New York Times scrive: “C’è ancora assenza di un vaccino di cui sia provata l’efficacia e la sicurezza, ma questo non ha fermato il governo cinese dall’inoculare decine se non centinaia di migliaia di persone al di fuori del tradizionale processo di trial”.
Solo la Cina però ha deciso di seguire questa strada che invece altri Paesi hanno rifiutato.
Negli Stati Uniti, infatti, a seguito delle pressioni e delle dichiarazioni del presidente Trump sull’imminente arrivo di un vaccino, 9 case farmaceutiche hanno deciso di intervenire, chiedendo che i test vengano svolti seguendo i tempi della scienza e non della politica.
In Russia, invece, primo Paese ad aver approvato un vaccino prima della fine della sperimentazione clinica, le dosi del vaccino Sputnik V non sono state ancora distribuite.
Messico, Brasile e India hanno già ordinato oltre 200 milioni di dosi del vaccino russo contro il Coronavirus. A rivelarlo è stato Kiril Dmitriev, amministratore delegato di RDIF, precisando anche che sono attesi altri ordini da sette Paesi dell’America Latina, del Medio Oriente e dell’Asia.
In una conferenza stampa virtuale ospitata da Interfax ha poi aggiunto: “Nel prossimo futuro nomineremo gli altri sette Paesi, e sono grandi Paesi. […] Per ragioni politiche i Paesi dell’Ue e gli Stati Uniti stanno cercando di sostenere i loro vaccini e di impedire l’acquisto del vaccino russo”.
Da Londra, invece, arriva la notizia choc secondo cui dei volontari sani sarebbero stati appositamente infettati dal virus per testare l’efficacia di alcuni campioni di vaccino. Occorre però specificare che anche se questa rappresenta una forzatura, quindi un’accelerazione della sperimentazione, fa sempre parte della fase di test e non di distribuzione alla popolazione come invece accade in Cina.
Gli esperti del New York Times hanno espresso le loro perplessità e preoccupazioni circa l’operato del governo cinese, in quanto non è stato ancora scientificamente provato che questi vaccini abbiano una certa efficacia e sicurezza. Inoltre tutto lo scenario fa supporre che i primi soggetti ad essere vaccinati potrebbero non aver avuto scelta.
Inoltre non bisogna dimenticare che la somministrazione di un vaccino spacciato per “efficace e sicuro” può fare più danno che utile, poiché può offrire al soggetto un falso senso di sicurezza e tutto ciò potrebbe rivelarsi estremamente pericoloso per la diffusione del virus.
I campioni dei vaccini utilizzati in Cina sono quelli in fase 3, ovvero la fase terminale di sperimentazione, conclusa la quale viene certificata la sicurezza del farmaco. Attualmente la fase 3 è condotta al di fuori della Cina.
In particolare solo 4 degli 11 vaccini in fase clinica sviluppati in Cina sono ora in fase 3. Wang Junzhi, membro dell’Accademia cinese di Ingegneria, ha rivelato che le sperimentazioni stanno procedendo senza intoppi in Medio Oriente, Sud America, Sud-est asiatico e Europa, e che fino ad ora non è stata registrata nessuna reazione avversa grave, dimostrando quindi un buon grado di sicurezza del farmaco.
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