Le sperimentazioni del vaccino italiano di ReiThera sono iniziate lo scorso 24 agosto all’istituto Spallanzani di Roma e al Policlinico Rossi di Verona, e si stima che questo sarà disponibile entro la fine del 2021.
Dopo i primi risultati dei test svolti su animali, tutti promettenti, il vaccino è stato inoculato in 90 volontari nel corso della fase 1.
La fine della sperimentazione al momento è prevista per la prossima primavera, motivo per cui l’Unione europea ha deciso di stipulare un contratto con l’azienda biotech per assicurarsi una fornitura delle prime dosi prodotte.
A che punto è il vaccino anti Covid-19 di ReiThera?
ReiThera è un’azienda biotech di Castel Romano, più a sud di Roma, e il vaccino da essa sviluppato è un prodotto 100% italiano, a differenza del “concorrente” campione sviluppato invece dall’azienda di Pomezia in collaborazione con Oxford.
L’azienda offre lavoro a un centinaio di dipendenti, i quali presentano un’elevata esperienza nel settore, maturata con i vaccini per Ebola e malaria.
Lo scorso 24 agosto, dopo i risultati promettenti ottenuti sugli animali, 90 volontari si sono recati presso l’Istituto Spallanzani di Roma e il Policlinico Rossi di Verona per dare inizio alla fase 1 di sperimentazione sull’uomo.
L’obiettivo di ReiThera è dunque quello di portare a termine la fase 2 e la fase 3 entro la fine dell’anno, per poi avviare una produzione del vaccino su larga scala.
Il candidato vaccino dell’azienda italiana sfrutta un adenovirus preso da gorilla, il quale viene inattivato. Al suo genoma viene poi effettuata una modifica, viene cioè aggiunta una sequenza che coincide con quella della proteina spike, ossia la punta della corona, del Coronavirus.
In questo modo, quando il campione viene iniettato nell’uomo, questo va rapidamente ad “infettare” tutte le cellule dell’organismo, inducendole così a produrre la proteina spike. Ciò stimola il sistema immunitario ad aggredire prontamente il coronavirus in caso di infezione.
Qual è il piano dell’Unione europea?
Il vaccino di ReiThera è stato finanziato dalla regione Lazio e dal Ministero della Salute. Domenico Arcuri, commissario straordinario, aveva definito il candidato vaccino come la “soluzione italiana all’emergenza del Covid-19″.
Inoltre il Ceo dell’azienda, Antonella Folgori, ha annunciato le tempistiche, affermando che la stima attualmente prevede la conclusione della fase 2 e della fase 3 entro la fine dell’anno.
L’Unione europea ha dimostrato grande interesse nei confronti del progetto “made in Italy”, nonostante avesse già raggiunto accordi con altre 2 ditte, ossia l’AstraZeneca, produttrice del vaccino sviluppato a Oxford, e Sanofi. In questo modo l’Europa è riuscita ad assicurarsi oltre 1,2 miliardi di dosi entro la prima metà del 2021.
Si tratta di una cifra molto alta, che supera quella della popolazione europea, la quale corrisponde a circa mezzo miliardo, ma che viene giustificata dal fatto che per sconfiggere definitivamente il Coronovirus sarà molto probabilmente necessario un richiamo.
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