Recentemente Enel ha avviato la riorganizzazione delle attività rinnovabili in diverse zone del Centro e Sud America, escluso però il Cile.

L’obiettivo sembra essere quello di integrare in Enel Américas le attività rinnovabili non convenzionali della regione. In particolare, è prevista l’integrazione degli attuali asset rinnovabili non convenzionali di Enel in Brasile, Argentina, Costa Rica, Colombia, Panama, Guatemala e Perù, mediante un procedimento che si concluderà con la fusione in Enel Américas.

Questa fusione implicherà un aumento della partecipazione di Enel in Enel Américas, e ciò richiederà una modifica dello statuto sociale di quest’ultima da parte dell’assemblea degli azionisti al fine di rimuovere le attuali limitazioni esistenti in base alle quali un singolo azionista non può detenere oltre il 65% dei diritti di voto.

Enel ha già comunicato a Enel Américas di essere favorevole alla riorganizzazione, a patto che questa avvenga secondo “termini e condizioni di mercato” e che “assicuri una posizione finanziaria di Américas che sostenga lo sviluppo futuro del business delle energie rinnovabili nonché le prospettive di crescita di tale società”.

Questa fusione porterà la capacità di generazione di Enel Américas da 11,3 GigaWatt a 16,3 GigaWatt, considerando che Enel Green Power ha già 5 GW di capacità operativa e in costruzione in Centro e Sud America, escluso il Cile, oltre a una pipeline che verrà esaminata e valutata nel corso della fusione.

A fine giugno Enel deteneva circa il 64% del capitale sociale di Enel Américas. Tuttavia recentemente Enel ha concluso due operazioni di share swap con un istituto finanziario per aumentare questa percentuale di un altro 1%, aumentando così la propria partecipazione in Enel Américas fino al 65% entro la fine del 2020.

Gli analisti di Fidentiis hanno infatti commentato dicendo: “La fusione è una notizia positiva per Enel in quanto consente alla società di superare il limite di partecipazione fissato dallo statuto di Enel Américas, di razionalizzare la struttura operativa in America Latina, di non incidere sulla struttura del capitale di Enel Américas né sulla sua flessibilità finanziaria e per cogliere opportunità di M&A“.

Anche gli esperti di Banca Akros hanno accolto in maniera ottimistica la notizia, infatti hanno spiegato che questo processo rappresenta la strategia perfetta per eliminare il limite del 65% e aumentare il consolidamento delle minoranze.

Inoltre il progetto consente di riorganizzare e di estrarre valore da 5 GW di risorse rinnovabili in America Latina, i quali genereranno circa 0,5 miliardi di euro di EBITDA (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization) entro fine anno.

Gli esperti di Fidentiis hanno inoltre aggiunto: “Confermiamo la nostra posizione positiva sul titolo: buy con un target price tra 7,4 e 7,6 euro“.

Inoltre ci tengono a sottolineare che il prossimo punto chiave sarà dato dalla presentazione del piano industriale 2021-2023, che sarebbe prevista per il 24 novembre.

Secondo MF-Milano Finanza, il management di Enel, oltre ai classici target triennali, proporrà anche le linee guida a lungo termite, cioè per i prossimi 10 anni.

Gli elementi chiave che verranno presi in considerazione sono: energie rinnovabili, reti, mobilità elettronica, digitalizzazione ed efficienza energetica.

Nelle scorse giornate il titolo Enel ha chiuso le sedute in Borsa a quota 7,259 euro, con un -0,12%. Nei giorni seguenti, poi la quota è rimasta a 7,526 euro, con -0,04%.

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