Dopo poche ore dall’intervento di Ursula Von der Leyen sullo Stato dell’Unione europea, arrivano le prime dichiarazioni del ministro dell’ambiente Sergio Costa, il quale annuncia il totale sostegno da parte dell’Italia ai nuovi obiettivi climatici di Bruxelles.
In questi giorni la presidente dell’esecutivo Ue ha affrontato quelli che sono i temi chiave per il futuro del continente.
Ampio spazio è stato dedicato alla priorità del Green deal, annunciando i nuovi obiettivi Ue sulla riduzione delle emissioni.
Il target proposto in realtà è una rivisitazione (ovviamente al rialzo) dell’impegno che era già stato promesso nel quadro energia-clima proposto e adottato nel 2014, e confluirà in una nuova legge comunitaria.
Il progetto iniziale prevedeva un taglio minimo obbligatorio del 40% delle emissioni responsabili dei cambiamenti climatici entro il 2030, rispetto al 1990.
E’ possibile effettuare questo taglio realizzando prima due sotto obiettivi:
- una riduzione del 43% della CO2 emessa rispetta al 2005 (nei settori del mercato Ets);
- una diminuzione del 30% in tutti gli altri settori a cui gli Stati membri devono partecipare obbligatoriamente.
La nuova proposta, invece, incrementa lo sforzo complessivo di altri 15 punti percentuali, puntando quindi a una riduzione delle emissioni del 55%. Costa ha affermato che in realtà questo è un passo che “come Italia avevamo già sostenuto“.
“Dobbiamo accelerare la riduzione delle emissioni se vogliamo affrontare seriamente la sfida del cambiamento climatico, anche alla luce del lockdown, durante il quale è emersa con chiarezza la correlazione tra le attività dell’uomo e gli effetti sull’ambiente“.
Barbara Mariani: “-60% sarebbe un compromesso migliore”
Non tutti hanno accolto le decisioni prese dalla presidente Ursula Von der Leyen come un messaggio di rinnovato impegno. L’ufficio europeo dell’ambiente (EEB), infatti, non ha perso occasione per far notare che le istanze presentate dal mondo scientifico chiedevano ben altro.
Barbara Mariani, responsabile delle politiche per il clima e l’energia presso l’EEB, ha commentato dicendo: “E’ deplorevole che la Commissione europea non stia prendendo in considerazione un obiettivo di riduzione delle emissioni superiore al 55%”.
Secondo Mariani, infatti, “una riduzione del 60%, proposta dall’europarlamentare Jytte Guteland e supportata da prove scientifiche, sarebbe già un compromesso migliore”.
Dopo aver annunciato la volontà di portare la riduzione delle emissioni ad almeno il 55%, la stessa presidente ha aggiunto: “Riconosco che questo aumento da 40% e 55% è troppo per alcuni e non abbastanza per altri. Ma la nostra valutazione dell’impatto mostra chiaramente che l’economia e l’industria possono farcela“.
Secondo l’esecutivo europeo, questa strategia rappresenta l’opportunità di mettere tutti i Paesi membri sulla strada delle zero emissioni, e quindi su quella della neutralità climatica.
Inoltre il progetto ha incontrato l’appoggio di gran parte dei Paesi e di oltre 170 imprenditori e investitori, e uno degli strumenti che consentiranno di realizzarlo è il fondo NextGenerationEU, o Fondo di Ripresa. Il 37% di questi fondi verrà infatti utilizzato direttamente per gli obiettivi del Green Deal.
Von der Leyen ha aggiunto: “Oggi posso annunciare che fisseremo un obiettivo del 30% dei 750 miliardi di euro di NextGenerationEU da raccogliere tramite obbligazioni verdi“.
Nel suo discorso sullo Stato dell’Unione europea, la presidente ha annunciato progetti come le Valli dell’idrogeno, “per modernizzare le nostre industrie, alimentare i nostri veicoli e per portare vita alle aree rurali”.
“Questa è NextGenerationEU. Questo sta plasmando il mondo in cui vogliamo vivere. Un mondo servito da un’economia che riduce le emissioni, aumenta la competitività, riduce la povertà energetica, crea posti di lavoro gratificanti e migliora la qualità della vita“.
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