La ricerca del vaccino per il Covid-19 si sta trasformando in una vera e propria sfida geopolitica, che vede in particolare la Russia sfidare l’intero Occidente per il primato sulla sua scoperta.

Secondo quanto una fonte ha riferito all’agenzia Interfax, una dose di vaccino su cui sta lavorando l’istituto nazionale di ricerca Gamaleya è già stato inviato agli esperti del Ministero della Salute. La risposta da parte di questi è attesa intorno al 10-12 agosto.

Nonostante la data non sia stata del tutto confermata, è certo però che i primi a ricevere le dosi del vaccino saranno gli operatori sanitari. La Russia sta quindi puntando a superare il resto del mondo in questa “sfida”. Kirill Dmitriev, infatti, che è a capo del Fondo russo per gli investimenti diretti (Rdif) che finanzia la ricerca del vaccino, ha affermato alla Cnn che questo è un “momento Sputnik“. Con ciò Dmitriev si riferisce al primo satellite (sovietico) messo in orbita nel 1957.

Inoltre aggiunge che lo stesso stupore che gli americani provarono allora, lo proveranno anche ora con la scoperta del vaccino, per poi concludere ribadendo che “la Russia ci arriverà per prima“.

Nonostante l’estrema sicurezza dimostrata dai gruppi di ricerca russi, la situazione risulta essere più complicata perché, per ogni vaccino che viene proposto, bisogna verificarne l’efficacia e la sicurezza. Alcune dosi inviate da altri istituti sono già alla terza fase della sperimentazione, vale a dire quella di sperimentazione sull’uomo, mentre quello proposto da Gamaleya è ancora alla seconda. La data stimata per la conclusione di questa fase è il prossimo 3 agosto, e a quel punto l’ultimo iter potrebbe concludersi nel giro di pochi giorni.

Secondo alcune dichiarazioni raccolte di vari scienziati russi, il processo di sviluppo del vaccino è stato accelerato poiché deriva da un altro vaccino già utilizzato per curare altre patologie. Questo metodo, quello di utilizzare un iter accelerato, è stato utilizzato anche da altri istituti, come ad esempio quello di Modena che è riuscito a produrre un vaccino efficace sui macachi e che entrerà ben presto nella fase 3 di verifica.

Dmitriev ha poi chiarito: “i nostri scienziati non sono focalizzati sull’essere i primi ma sul proteggere le persone“. Ma nonostante le svariate dichiarazioni, l’Occidente continua a chiedere che siano ultimate tutte le fasi di verifica dell’efficacia e della sicurezza prima di potersi dire tranquilli.

Intanto la britannica Gsk e la francese Sanofi hanno concluso un accordo con il Governo britannico per ricevere una fornitura pari a 60 milioni di dosi di vaccino “con riserva della firma di un contratto definitivo”. I due gruppi infatti stimano che il vaccino possa essere autorizzato già a partire da gennaio 2021, mentre sono in conflitto con la Commissione Ue e vari Governi, tra cui Italia e Francia, per consentire l’accesso globale al vaccino.

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