Greta Thunberg è candidata al Premio Nobel per la pace ed è una dei 25 teenager inseriti da Time nella lista dei più influenti del pianeta. Oggi si è presentata davanti a capi di Stato e grandi imprenditori, accusandoli senza mezzi termini di perseguire interessi personali a discapito dell’ambiente, e annunciando che il cambio di rotta, volenti o nolenti, è ormai in atto.
La giovane studentessa e attivista svedese è nata nel 2003, e con le sue iniziative e i suoi discorsi infuocati davanti ai politici sta sensibilizzando un’intera generazione. Le manifestazioni Fridays for Future sono state ideate proprio da lei, ed ora continuano a svolgersi con sempre maggiore partecipazione, per promuovere politiche e comportamenti sostenibili.
Partono proprio da Fridays for Future e quindi dalla Thunberg, le manifestazioni e gli scioperi internazionali che si sono svolti il 15 marzo e il 27 settembre. Iniziative destinate a crescere, e a far conoscere una situazione troppo spesso ignorata, alla quale i media danno meno risalto di quel che dovrebbero, per la quale i governi fanno molto meno di quanto potrebbero.
L’inizio delle battaglie di Greta Thunberg
La scintilla è scoccata molto presto per Greta, che come tutti i suoi coetanei ha ricevuto a scuola una serie di informazioni che riguardano l’ambiente: l’inquinamento, il problema delle emissioni di CO2 e il riscaldamento globale. Ha ascoltato le lezioni e visto i filmati che hanno visto i suoi compagni, ma a differenza di quanto accaduto a loro, a lei quelle nozioni hanno scavato un solco molto profondo.
Così una ragazzina che non aveva nemmeno 15 anni ha iniziato ad appassionarsi all’argomento, a cercare maggiori fonti d’informazione e di approfondimento sui temi dell’ambiente, rimanendo inevitabilmente e profondamente delusa dall’inoperosità dei governi di tutto il mondo.
Ha scoperto con grande disappunto che gli accordi internazionali sul clima non vengono rispettati, e mentre gli obiettivi climatici vengono puntualmente disattesi, ogni nuovo dato ufficiale condiviso dal Gruppo Intergovernativo sul cambiamento climatico dell’Onu (Ipcc) delinea una situazione che si fa sempre più drammatica.
Le conseguenze dell’inqiunamento si mostrano con fenomeni evidenti a quasi tutte le latitudini, ed è chiaro che la situazione è disastrosa. Eppure i governi dei vari Paesi non sembrano preoccupati, o quantomeno non lo sembrano abbastanza, così come i giornali e i mass media parlano dell’argomento troppo poco.
La decisione della Thunberg
La Thunberg ha quindi deciso di passare all’azione, ma per lei era chiaro che la soluzione al problema in realtà era già stata trovata, essendo quella indicata dall’Ipcc e dalla comunità scientifica, ratificata come impegno ufficiale nei vari accordi sul clima, e ribadita anche dall’Accordo di Parigi del 2015.
La soluzione al riscaldamento globale è quindi ridurre l’inquinamento, e in particolar modo le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. Niente combustibili fossili, basta pratiche ecologicamente non sostenibili. Una presa di posizione, quella della Thunberg fondata su basi scientifiche, ma di natura politica, che si pone l’obiettivo di agire laddove non si agisce. Contrapporre l’azione concreta all’inoperosità dimostrata dai governi di tutto il mondo.
Persino la Svezia, uno dei Paesi che ha adottato le migliori politiche ambientali, non ha fatto abbastanza per contrastare il riscaldamento globale. Le emissioni di gas serra infatti sono aumentate anche in Svezia, e se raggiungere determinati obiettivi è difficile per il Paese scandinavo, di certo sarà pressoché impossibile per un Paese in via di sviluppo.
La battaglia della Thunberg è iniziata proprio dalla sua famiglia. I suoi genitori appartengono tutti e due al mondo dell’arte: la madre è una cantante lirica, il padre un attore. Il loro primo approccio fu un tentativo di mitigare la frustrazione della figlia, cercando di darle delle risposte rassicuranti, che naturalmente non hanno sortito gli effetti sperati.
Greta era fortemente motivata e determinata ad andare avanti per ottenere risultati concreti, e così ha fatto. Ha quindi convinto i genitori ad adottare comportamenti più responsabili: l’automobile di famiglia diventa un’auto elettrica, la dieta diventa vegana, e i viaggi in aereo, un mezzo ritenuto altamente inquinante, aboliti. Una scelta quest’ultima pesantemente penalizzante per la carriera internazionale della madre.
Ma la battaglia di Greta non si ferma alla famiglia, e dopo i risultati ottenuti tra le quattro mura si pone nuovi obiettivi. Così aderisce ad un’associazione ambientalista studentesca e inizia a seguirne le iniziative. Nel frattempo rimane colpita da quella organizzata negli USA dagli studenti di Parkland contro la detenzione di armi da fuoco, all’indomani della strage avvenuta in una scuola della stessa città della Florida.
La sua associazione in Svezia però non riesce a organizzarsi come gli studenti americani, e la Thunberg decide di passare all’azione per conto suo. Tutto è iniziato con la serie di catastrofici incendi che hanno bruciato intere foreste svedesi nell’estate del 2018, ennesimo sintomo evidente del riscaldamento globale.
Greta decide quindi che è più utile attivarsi per la causa del riscaldamento globale, che andare a scuola ed è così che fin dall’inizio dell’anno scolastico, che in Svezia comincia a metà agosto, fino alle elezioni generali svedesi del 9 settembre, Greta dà vita alla sua protesta solitaria.
Ogni mattina invece di entrare in classe, con la sua bicicletta raggiunge il Parlamento e si piazza lì fino all’orario in cui a scuola terminano le lezioni. Se ne sta lì con il suo cartello di legno con la scritta “Skolstrejk för klimatet”, che vuol dire: “sciopero scolastico per il clima” e alcuni opuscoli informativi.
Nasce Fridays for Future
Il primo giorno davanti al Parlamento non succede praticamente nulla, quella di Greta resta una protesta isolata, ma già dal secondo giorno qualcosa comincia a cambiare. Qualche passante incuriosito si ferma e parla con lei, poi col passare del tempo qualcuno decide di farle compagnia nella protesta, finché non arriva il giorno delle elezioni e il giorno seguente Greta torna a scuola.
Ma la protesta non finisce del tutto, perché Greta decide di tornare davanti al Parlamento tutti i venerdì, ed è proprio in questo modo che nascono i Fridays for Future, vale a dire i venerdì per il futuro. Dapprima è solo la stampa locale ad accorgersi di Greta Thunberg e della sua protesta, ma ben presto la cosa assume proporzioni più ampie.
Nel corso dell’autunno la fama di Greta cresce, e in altre città iniziano a formarsi gruppi Fridays for Future, finché la Thunberg non viene invitata a parlare alla conferenza sul Clima COP24.
Il discorso di Katowice
A Katowice si discuteva in quei giorni l’attuazione delle regole definite nell’Accordo di Parigi, poi davanti ai rappresentanti dei Paesi presenti ha preso la parola Greta Thunberg. Non possiamo sapere cosa si aspettassero di preciso che dicesse in quell’occasione una ragazzina svedese di 16 anni, fatto sta che quando finì di parlare alcuni di loro erano ammutoliti, altri risposero con un timido applauso.
“Dobbiamo parlare chiaramente, non importa se è scomodo” disse alla sua platea “voi avete paura di diventare impopolari, volete andare avanti con le stesse idee che ci hanno ficcato in questo disastro […] Non siete abbastanza maturi per dire le cose come stanno”.
E se con l’introduzione non ci andò leggera, dopo ancora meno. “Non siamo venuti per chiedere ai leader di occuparsene. Ci avete ignorato in passato e continuerete a farlo. Voi avete finito le scuse, noi il tempo. Siamo qui per farvi sapere che il cambiamento sta arrivando, che vi piacca o no. Il vero potere appartiene al popolo”.
Dopo il discorso di Katowice ci sono stati altri importanti eventi in cui Greta Thunberg è stata invitata a parlare, come il World Economic Forum di Davos, al quale buona parte dei partecipanti vi era giunta a bordo di jet privati. Si parla di 1500 voli in totale per lo svolgimento di una conferenza nella quale avrebbe preso la parola anche una ragazza di 16 anni arrivata in Svizzera dopo 32 ore di treno.
I temi e i toni del discorso di Greta non variarono molto in quella occasione rispetto alla precedente, ma furono in parte adattati a seconda del pubblico astante. “Alcune persone, alcune aziende, alcuni decisori sapevano bene di star sacrificando valori inestimabili per continuare ad accumulare incredibili quantità di denaro. Penso che molti di voi appartengano a quelle persone” disse Greta in quell’occasione.
A fine febbraio è il turno dei commissari europei del Comitato economico e sociale. L’assemblea è presieduta dal Presidente Jean-Claude Junker che alla fine del discorso di Greta china il capo infastidito dalle sue parole. “Quel che lasceranno in eredità i nostri leader politici sarà il più grande fallimento della storia” dice la Thunberg “e oro sranno ricordati come i peggiori farabutti di tutti i tempi perché si sono rifiutati di ascoltare e di agire”. Fuori dall’edificio gli studenti di Bruxelles sono per le strade a minifestare con Friday For Future.
L’intervento successivo si tiene quando siamo alla vigilia delle elezioni europee, sempre a Bruxelles, ma questa volta davanti ai membri del Parlamento europeo. Nel suo intervento invita i giovani che possono votare a spendere il proprio voto in difesa dell’ambiente, facendosi portavoce dei più giovani che non hanno ancora maturato il diritto di voto.
Il giorno seguente si trova a Roma, dove assiste all’udienza generale di Papa Francesco in Piazza San Pietro, e ha anche modo di stringere la mano al pontefice e di complimentarsi per l’enciclica, incentrata sulla difesa del Pianeta.
Greta Thunberg viene invitata anche oltreoceano, con due delle tappe più importanti nel dibattito ‘ufficiale’ sul riscaldamento globale. Naturalmente avrebbe dovuto raggiungere l’America su un mezzo non inquinante, e la soluzione arriva da Pierre Casiraghi di Monaco che fornisce imbarcazione ed equipaggio per una traversata oceanica a bordo di una barca a vela a emissioni zero.
I due eventi oltreoceano cui avrebbe partecipato erano il summit per il clima delle Nazioni Unite fissato al 23 settembre, e la Conferenza mondiale sul clima COP25 a Santiago del Cile. Prima però riceve l’invito a parlare al Congresso USA dove racchiude il suo intero intervento in otto frasi, demandando il resto del messaggio ai dati contenuti nell’ultimo aggiornamento del report dell’International Panel on Climate Change. In occasione del summit dell’ONU poi, davanti al presidente Donald Trump, il cui arrivo era del tutto imprevisto, pronuncia un discorso infuocato scandendo le parole: “how dare you?” cioè: “come osate?”.
La sindrome di Asperger
Nel 2016 alla Thunberg è stata diagnosticata la sindrome di Asperger, che nel suo caso ha comportanto anche mutismo selettivo e disturbi ossessivo compulsivi. Per Greta non è un problema parlare dell’argomento, anzi ritiene che la sua condizione l’abbia aiutata a concentrarsi maggiormente sulla sua causa: il problema che affligge il Pianeta.
In un’intervista al New Yorker Greta ha dichiarato: “vedo il mondo in modo leggermente diverso, secondo un’altra prospettiva. Ho un interesse speciale. E’ comune che persone nello spettro autistico abbiano interessi speciali”.
Poi in un intervento alle conferenze TED di Stoccolma ha spiegato che quando si tratta della difesa dell’ambiente, l’atteggiamento strano è quello delle persone non autistiche, che nell’approccio iniziale sembrano aver compreso la gravità della questione, poi però continuano a comportarsi esattamente come prima. Per Greta la capacità di non distrarsi in questo caso è d’aiuto.
Il target di Greta sono gli adulti
Il movimento Fridays for Future che vede impegnati gli studenti di scuole di tutto il mondo non è in realtà riservato ai soli teenager. Il cambiamento promosso dalla Thunberg passa attraverso la mobilitazione dei più giovani per raggiungere gli adulti. Quello di smuovere l’intera fascia degli adulti dal loro torpore e dalla loro indifferenza nei confronti della crisi ambientale è sicuramente un obiettivo ambizioso.
Greta ha sottolineato che gli adulti non sono semplicemente benvenuti bensì “necessari” come tutti. Molti genitori hanno infatti iniziato ad organizzarsi in associazioni con propositi ambientalisti, nell’intento di imboccare una strada diversa da quella percorsa finora, quella indicata dai propri figli e da Greta Thunberg.
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