IKEA, il gigante svedese dell’arredamento ha annunciato nel 2018 di aver intrapreso un percorso che avrebbe portato la compagnia dritto verso l’economia circolare. Insomma avrebbero sposato la filosofia di zero scarti, riuso completo delle risorse, zero emissioni, per rendere tutti i loro prodotti compatibili con i principi dell’economia circolare appunto, entro il 2030.

Il progetto in cui è entrata l’IKEA si chiama People and Planet Positive ed è stato lanciato nel 2018. Ad un anno dal lancio, ecco il primo report, uscito proprio all’inizio del 2019. “L’obiettivo è la rimozione completa degli scarti. Sarà un lungo viaggio ma è anche eccitante” ha dichiarato Lena Pripp-Kovac, direttore della Sostenibilità di Ikea, mente ideatrice e a capo del progetto.

“Le persone hanno bisogno di dormire, le persone hanno bisogno di mangiare e di giocare, come possiamo fare tutte queste cose senza sprecare?” Ecco alcuni dati che potrebbero iniziare a fornirci una risposta a questa domanda.

L’IKEA l’anno scorso ha generato 38,8 miliardi di euro di ricavi grazie alle vendite realizzate in 422 negozi situati in più di 50 città. Attualmente IKEA produce emissioni di gas serra per lo 0,1% del totale prodotto sul Pianeta, questo se si considera l’intero processo, dall’acquisizione delle materie prime fino all’uso da parte del fruitore del prodotto finale.

L’economia circolare mira ad eliminare gli scarti e l’inquinamento. In altre parole, se l’intera economica globale divenisse circolare, potremmo produrre e consumare senza privare il pianeta delle sue risorse e senza distruggere alcun ecosistema. Ed IKEA non è certo l’unica azienda che ha deciso di imboccare questa strada, lo hanno già fatto altre grandi realtà come ad esempio Adidas e Zara.

Pripp-Kovac ha dichiarato: “abbiamo intenzione di cambiare totalmente il nostro modo di fare business. Bisogna preparare i nostri fornitori all’economica circolare. Non è solo alla fine del processo che si diventa circolari, devi guardare il processo dall’inizio alla fine”.

Per questo IKEA revisionerà il processo ogni anno fino al 2030 ed ogni due anni pubblicherà un report ufficiale. “Vogliamo fare tutto alla luce del sole” ha spiegato la Pripp-Kovac “vogliamo che tutti sappiano quello che stiamo facendo e come lo stiamo facendo”.

Al momento, circa il 60% dei prodotti IKEA è realizzato con materiale rinnovabile. Un altro 10% invece è realizzato con materiale riciclato. Inoltre IKEA si impegna a ridurre le emissioni mantenendo il trend di crescita del suo business. Raggiungere il target prefissato richiederà “mosse molto importanti”, infatti la compagnia dovrà ridurre le emissioni di CO2 del 15% dell’intera catena di produzione entro il 2030. Il che equivale a ridurre la traccia di emissioni di ogni singolo prodotto del 70% circa.

“Credo che la parte più importante sia capire quanto effettivamente stiamo cambiando” ha detto la Pripp-Kovac “non è solo l’aumentare la quantità di materiale riciclato, o mettere un cestino fuori dal negozio. Questo è solo un punto di partenza, ma cosa possiamo fare dopo? Per i clienti cambierà totalmente il modo di acquistare e consumare i nostri prodotti. E’ un cambiamento epocale. Stiamo tutti cambiando, anche la società stessa cambia”.

Il bersaglio principale del progetto di emissioni zero sono le materie prime. Basti pensare che la principale fonte di emissioni dell’azienza, che produce il 36,4% di tutta la CO2 rilasciata nel corso del processo produttivo, è rappresentata proprio dai materiali necessari per la realizzazione dei prodotti IKEA.

A tal proposito la Pripp-Kovac ha spiegato che “la sfida sulle materie prime è la più complessa e al tempo stesso la più eccitante; la soluzione migliore è assicurarci di usare solo materiale riciclato. Dobbiamo lavorare in coordinazione con i nostri fornitori. Ci sono cose per cui dobbiamo lavorare insieme ad altre realtà, per esempio dobbiamo studiare quanto materiale riciclato è disponibile al momento”.

Per procedere in questa direzione, l’IKEA ha dovuto mappare tutti i suoi materiali di scarto a livello globale, perché quegli stessi materiali sarebbero potuti essere usati come risorse future. Contestualmente è stata realizzata una ‘roadmap’ che ha la funzione di identificare margini di miglioramento per ogni materiale usato nel processo produttivo.

Per esemplificare prendiamo la principale materia prima dei prodotti IKEA: il legno. Fin dal 2016 IKEA ha iniziato a creare in Slovacchia foreste di Pioppi a crescita rapida e completamente sostenibile, al tempo stesso, sta sviluppando un collante sostenibile, altro componente indispensabile per i prodotti IKEA.

Altro passaggio molto importante è quello dell’utilizzo di poliestere riciclato. “E’ stato il primo passo, da dove è iniziato tutto” spiega la Pripp-Kovac “puntiamo ad arrivare al 100% di poliestere riciclato usato nel 2020“.

Tema meno delicato quello del trasporto delle merci. Non tutti si aspetterebbero di scoprire che il processo di trasporto incide nella misura del 3,9% sulle emissioni di CO2. “Sì il trasferimento delle merci è importante, ma sappiamo anche che contribuisce alle nostre emissioni in maniera relativa” spiega la Pripp-Kovac che ha poi confidato: “sì, è nella nostra agenda, ma al momento non è una priorità“.

L’eliminazione della plastica a uso singolo invece è una delle priorità più importanti per IKEA, che intende procedere alla sua eliminazione ben prima del 2030. Il progetto dell’eliminazione della plastica a uso singolo dai negozi IKEA parte ufficialmente, e su scala globale, da gennaio 2020.

Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento. Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa scritti direttamente dai nostri Clienti.
I lettori sono tenuti pertanto a effettuare le proprie ricerche per verificare l’aggiornamento dei dati. Questo sito NON è responsabile, direttamente o indirettamente, per qualsivoglia danno o perdita, reale o presunta, causata dall'utilizzo di qualunque contenuto o servizio menzionato sul sito https://www.borsainside.com.