E’ arrivato con qualche giorno di anticipo l’Earth Overshoot Day 2019, ossia il giorno in cui il Pianeta termina ufficialmente le risorse annuali ed inizia ad attingere alle “scorte”. Il dato è stato diffuso dal Global Footprint Network, un’organizzazione che si occupa di controllare l’impronta ecologica dell’uomo, e che aveva registrato nel 2018 la fine delle risorse rinnovabili il giorno 1 agosto.
Anche quest’anno la data che determina la fine delle scorte annuali, cioè quelle che il mondo è in grado di rigenerare, arriva in anticipo. Rispetto all’anno scorso la differenza è di soli 3 giorni, ma se andiamo ancora più indietro, ad esempio a 20 anni fa, quella data cadeva verso la fine di settembre, e 30 anni fa nel mese di ottobre.
Il Global Footprint Network ha stimato che nel corso dell’intero 2019 riusciremo a consumare mediamente le risorse di 1,75 pianeti, insomma quasi 2 volte le risorse della Terra. I fattori che determinano la domanda di risorse di un Paese sono sostanzialmente 4 secondo il Gfn e sono: il modo in cui il Paese edifica le città, il modo in cui fornisce l’energia, il modo in cui si nutrono i suoi cittadini ed inevitabilmente il numero di abitanti.
Mathis Wackernagel, co-inventore della contabilità dell’impronta ecologica e fondatore del Global Footprint Network, ha affermato: “abbiamo una sola Terra, non possiamo usare risorse pari a quelle di 1,75 pianeti Terra senza conseguenze distruttive. Le aziende e i Paesi che comprendono e gestiscono la realtà dell’operare in un contesto planetario sono in una posizione molto migliore per affrontare le sfide del 21esimo secolo.”.
L’Italia ha finito le risorse persino in ulteriore anticipo
L’Italia, secondo il Global Footprint Network occupa il nono posto tra i Paesi “spreconi” ed ha già avuto il suo Overshoot Day 2019 da oltre due mesi. Siamo riusciti a terminare le risorse già il 15 maggio. Secondo l’analisi del Gfn agli Italiani servirebbero risorse di 4,7 Paesi come l’Italia. Coma mai? Perché se si calcola il rapporto tra la quantità di risorse naturali pro capite e la quantità di consumi per ogni singolo individuo, ne risulta che in Italia si consumano 4,44 ettari globali a fronte dei soli 0.90 disponibili.
Riesce a fare di peggio solo il Giappone, che consuma 7,7 volte quello che produce. Dopo di noi ci sono invece la Svizzera (4,6), la Gran Breatagna (4,0) e la Cina (3,8). Se si considera il valore dei consumi assoluti, sono gli USA a consumare di più.
L’iniziativa #MoveTheDate
Si tratta di una associazione no-profit che ha lo scopo di invertire la tendenza e che a tal fine propone ogni anno delle azioni mirate a preservare il pianeta Terra. Si tratta di azioni concrete che si possono mettere in pratica subito, come ridurre la componente delle emissioni di CO2 del 50% per fare un esempio, e già questo permetterebbe di posticipare la data di ben 93 giorni. Un’altra azione che si può intraprendere è quella di ridurre il consumo di carne, e sostituirne ad esempio il 50% con una dieta vegetariana. In questo modo la data verrebbe spostata di altri 15 giorni.
L’associazione #MoveTheDate ha anche lanciato, in collaborazione con altre 30 organizzazioni, la campagna “Steps to #MoveTheDate” che mostra quali sono i 5 ambiti nei quali possiamo provare ad agire: energia, cibo, città, popolazione e pianeta. In questa campagna rientrano anche degli interessanti strumenti, come il footprint calculator, che ti permette di calcolare la tua impronta ecologica, e l’Overshoot Day personale.
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