I Paesi orientali sono pieni e hanno detto basta ai rifiuti che arrivano da Occidente. Era una pratica che andava avanti da tanti anni, durante i quali Stati Uniti, Australia e altri Paesi sviluppati hanno portato i propri rifiuti in Asia, e qui venivano lavorati e smaltiti in cambio di denaro. Ora però, stando a quanto recentemente avvenuto in alcuni di questi Paesi, tra cui Cina, Filippine, Thailandia e Malaysia, le cose stanno iniziando a cambiare. 

Anzi sono già cambiate, perché interi container pieni di rifiuti sono stati letteralmente rispediti al mittente. E’ quanto avvenuto ad esempio nelle Filippine, dove il governo ha finalmente preso una posizione ferma in merito alla questione dell’importazione di rifiuti, riciclabili e non, dai Paesi occidentali. Manila ha recentemente rispedito al Canada ben 69 container che in teoria dovevano contenere materiale riciclabile, ma che in realtà contenevano sia plastica non riciclabile che pannolini.

Secondo quanto riportato dall’agenzia Asianews, lo scorso aprile il Presidente delle Filippine Rodrigo Duterte ha criticato il Canada per aver spedito, tra il 2013 ed il 2014, circa 1.500 tonnellate di rifiuti. Da allora ancora attendevano in banchina di conoscere il proprio destino, finché il governo di Manila non ha deciso di prendere in mano la situazione e risolvere il problema una volta per tutte.

Il Canada sosteneva che i rifiuti inviati in quegli anni nelle Filippine fossero parte di un accordo stipulato tra le parti. Non era dello stesso parere però il governo filippino, perciò il presidente Duterte ha minacciato di riversare in mare in acque canadesi, l’intero contenuto dei container. Fortunatamente non è stato necessario arrivare a tanto, perché il governo canadese ha deciso di riprendersi i 69 container e di pagare tutti i costi necessari per il loro trasferimento.

L’Asia all’unisono: “riprendetevi la vostra spazzatura”

In Asia sta cambiando l’aria, letteralmente per certi versi, perché quello che è accaduto nelle Filippine era già accaduto in Cina, dove il governo ha imposto dei divieti molto rigidi all’importazione di spazzatura da Paesi sviluppati. Questi ultimi hanno quindi deciso di portare i rifiuti in altri Paesi del sud-est asiatico, ed in molti casi le esportazioni non avvengono in modo molto trasparente.

Riprendetevi la vostra spazzatura” è ormai diventato una specie di motto per i Paesi asiatici. Ed è vero che in molti casi all’origine dell’esportazione di rifiuti in questi Paesi vi sono degli accordi commerciali, ma è vero anche che la maggior parte della spazzatura arriva in modo del tutto illegale, senza nessuna autorizzazione da parte dei governi di quei Paesi. Inoltre molti container che dovrebbero avere al proprio interno rifiuti riciclabili, contengono materiali tossici, o comunque non riciclabili.

Così anche la Malaysia ha imboccato la stessa strada, e sta per restituire la bellezza di 3.000 tonnellate di rifiuti ad Arabia Saudita, Australia, Bangladesh, Canada, Cina, Giappone e Stati Uniti. Per giungere a questa decisione, al governo malese è bastato fare due conti: l’importazione di rifiuti è crescita vertiginosamente, passando dalle 168mila tonnellate del 2016 alle 456 tonnellate del 2018.

Altri esempi? L’Indonesia, che ha già restituito 60 container di spazzatura all’Australia, oppure il Vietnam, che ha dichiarato di non avere più intenzione di rinnovare licenze agli importatori di spazzatura, o ancora la Thailandia, che tra il 2020 e il 2021 darà lo stop definitivo all’importazione di rifiuti occidentali

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